L’ALBERO: la macchina perfetta nella fabbrica bosco

Usare il termine “macchina” per un frutto della natura è riduttivo.

Le specie vegetali vivono grazie a complessi processi bio-chimici che non trovano paragoni neanche nelle più perfette macchine inventate dall’uomo.
L’albero per crescere necessita di energia solare, assorbendo acqua e anidride carbonica. Queste sostanze vengono elaborate nel processo di fotosintesi, rilasciando nell’atmosfera l’ossigeno.

L’albero è un organismo in continua crescita, ma il suo sviluppo non è infinito. Nel periodo di post-maturità, l’attività di fotosintesi va via via diminuendo rispetto all’attività di respirazione. È importante che i boschi siano rinnovati con una frequenza tipica della specie legnosa predominante.

Tagliare un albero, se fatto nel modo giusto, vuol dire lasciare spazio agli alberi più giovani che possono crescere e trasformare ancora gas nocivi.
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Dove va a finire tutta l’anidride carbonica che assorbono gli alberi?


Attraverso lo stesso principio per cui viene prodotto ossigeno, gli alberi immagazzinano l’anidride carbonica sotto forma di zuccheri e derivati all’interno delle cellule del legno.
All’interno del legno almeno il 50% del peso secco è anidride carbonica trasformata.
Impiegare il legno come materia prima nelle costruzioni e nell’arredamento, significa stoccare una certa quantità di anidride carbonica sintetizzata e non emetterla nell’atmosfera per tutto il periodo di vita del manufatto.
Sotto questo aspetto, le costruzioni in legno costituiscono un magazzino sicuro di gas che un tempo erano nocivi.

Qual’è il rapporto tra il legno e l’acqua?

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Spesso crediamo che l’acqua sia il più grande nemico del legno, ma non è sempre vero!
Le case in legno possono offrire eccellenti prestazioni in caso di pioggia o umidità e vi sono tuttora nel mondo, molteplici esempi di edifici costruiti qualche secolo fa. Ciò che conta è garantire determinate condizioni in modo da proteggere le parti più esposte.
Molte costruzioni presenti in zone costiere o lungo i corsi d’acqua sono a stretto contatto con l’umidità, a volte sono addirittura in completa immersione ma non subiscono particolare degrado.
Il legno che occasionalmente è esposto all’acqua, dura di più rispetto ad altri materiali quali plastiche e tessuti perché, per il principio dell’IGROSCOPICITÀ, è in grado di assorbire una grande quantità d’acqua e immetterla nell’ambiente quando esso è più asciutto.

Bisogna avere paura nell’impiegare il legno nelle costruzioni?

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Se ne parla come un’invenzione fantastica che però non è destinata a tutti in quanto sembra essere molto costosa da realizzare.
Le persone addette ai lavori ne parlano con entusiasmo, come del resto tutto ciò che è di moda o fa tendenza. Ciò che invece voglio chiarire e mettere in luce, è che non vi è nulla di nuovo rispetto a quello che già sapevano i nostri bisnonni.
L’uomo ha sempre avuto a sua disposizione il sapere dei propri antenati ma, con l’arrivo del boom economico, ha perso il buon senso mettendo a rischio la propria salute e quella del pianeta in cui vive.

Se tornassimo alle origini, la nostra casa dovrebbe essere realizzata con il materiale più ecologico, più facilmente reperibile e con il più alto valore di isolamento termico che esista in natura: IL LEGNO.
tratto da ”Vademecum per un tetto in legno a regola d’arte” di Andrea Zenari

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