Ecco il "làres", ottimo per i pontesei

LARICE

Un saluto a tutti,

      non poteva sfuggirmi questo simpatico articolo di Renzo Francescotti pubblicato sul quotidiano l'Adige.

  Buona Lettura

  Andrea

  Parlando del larice, concludiamo con questo contributo storico-scientifico gli articoli della nostra rubrica dedicati alle conifere e in generale agli alberi delle nostre valli. Il larice (Larix decidua) è una pianta arborea della famiglia delle Pinacee che cresce dai Monti Carpazi alle Alpi in boschi sia puri che misti. E' una conifera pioniera che, assieme al cimbro, colonizza le alte quote. Nelle Alpi orientali arriva sino ai 2.000 metri; nelle Occidentali addirittura sino ai 2.500 metri. E' un albero longevo,  vive sino altre 300 anni.

lares mini01

  In Trentino possiamo vantare degli autentici"matusalemme": nel comune di Rabbi c'è il Larice della Val Maleda (a 1.900 m), alto 25 metri, che ha ben 500 anni; la stessa età del Gigante di Taviela (2.150 m), alto 15 metri; in Val di Peio, nel comune di Comasine, a 2.200 metri, c'è un larice alto 24 metri che ha 600 anni; la stessa età del Larice di malga Garzonè, in Val Rendena, nel comune di Caderzone, cresciuto a poco meno di 2.000 metri, alto 22 e con la circonferenza del tronco di poco meno di ciunque metri. Il larice nei vari dialetti trentini viene chiamato a Trento e dintorni "larès"(pl. "làresi"), così come in val di Non, Pinè, Cembra (dove però il plurale è "làrsi"), "làras", "'ares", "làrese".

 

larice giallo

  Questa conifera, a differenza dei pini e degli abeti ha le foglie caduche. I larici li vedete quindi in autunno tingersi d'oro(stupende quelle macchie di colore tra il verde degli abeti) e poi perdere gli aghi. Le pigne invece, molto piccole, non cadono: rimangono sull' albero anche per molti anni. Sull' albero ancora giovane la corteccia è sottile, di colore grigio bruno; su quello vecchio è invece grigio rossiccia, spessa sino a 20 centimetri, a placche loricate e allungate. I rami sono piuttosto rari e opposti. Il legno ha venature evidenti ed è poco elastico. Essendo molto resinoso, è speciale per ricavarne la resina, ovvero il "largà", da cui si distillava la trementina di Venezia.

  Il legno di larice resiste molto bene all' acqua : ideale per fabbricare serramenti, infissi scale di legno, "baladòri" e "pontesei"(ovvero poggioli e ballatoi). Ma viene utilizzato anche per essere scolpito.

  Nel simposio del Tesino "Luci e ombre del legno" giunto alla sua XI edizione, definito "Il più bel Simposio di scultura del legno d'italia",ai quasi 30 artisti di varie nazioni che vi prendono parte, viene consegnato un tronco da scolpire.

  Per anni è stato di pino canadese; poi di pino cembro("zìrmol"), un legno apparentemente bello da "lavorare" ma piuttosto costoso. Infine lo scorso anno, i tronchi sono stati di larice. Qualcuno era dubbioso se fosse adatto ad essere scolpito. Invece si è visto che il larice è ottimo da scolpire, anche se ha un effetto un pò spiazzante: nel senso che se scolpisci un volto di un uomo anziano è ottimo da vedersi con le sue vene e pieghe che sembrano copiare le vene e le rughe umane; ma un volto giovane appare invecchiato. 

"Ensoma, le fizze le sarà bele en scultura ma nessun vol avèrghele en natura", come diseva me nona dale càore.

 

tratto da l'Adige del 13 Luglio 2012    di Renzo Francescotti "Il dialetto informa"

 

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